VENEZUELA LA SCORCIATOIA IMPOSSIBILE
- andreamarconia
- 29 mar 2019
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I recenti sviluppi della crisi venezuelana inducono ad alcune riflessioni soprattutto perché, nel variegato mondo della sinistra rivoluzionaria, o antagonista come la si voglia definire, l'avvento del chavismo aveva suscitato grandi entusiasmi. Riproponendo il bolivarismo attraverso una rilettura socialista, il chavismo aveva riportato d'attualità alcune parole d'ordine che sembravano smarrite come la lotta contro l'imperialismo americano, la difesa dei diritti dei popoli indigeni, l'aspirazione secolare all'unificazione dei popoli dell'America Latina.
Per qualche anno è parso che questo progetto potesse effettivamente mutare le sorti delle masse sudamericane anche in concomitanza delle fortune elettorali di partiti dichiaratamente di sinistra. Il miglioramento delle condizioni economiche e sociali avvenuto nel paese per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, l'alimentazione, la scuola, la cura per la maternità e la vecchiaia, la questione delle abitazioni popolari, la promozione di iniziative culturali a beneficio delle giovani generazioni, non è stato possibile sottacerlo nemmeno da parte dei più truci sostenitori dell'ultraliberismo.
Il processo presentava però due vizi di fondo che, con il mutare della congiuntura politico-economica internazionale, non hanno mancato di presentare un conto che si è manifestato con tutto il suo peso negli ultimi tempi.
Il primo è consistito nel fatto che il progetto di emancipazione di Chavez non è riuscito a costruire, partendo dal basso, organismi alternativi alle solite istituzioni della democrazia borghese, ma è stato condotto da una élite militare come da tradizione sudamericana. Tutti i rivolgimenti dell'America Latina, infatti, anche quelli di stampo, se così si può dire, ”progressista” (con l'eccezione della Rivoluzione Messicana), sono sempre stati guidati dai militari.
Il secondo è consistito nel fatto che il programma di miglioramento delle condizioni delle masse popolari definito dal chavismo, il “debito sociale”, è stato finanziato con i proventi della rendita petrolifera. Si è creato in tal modo un vasto sistema di assistenzialismo che ha, via via, cancellato quasi tutte le altre attività economiche del paese. La ricchezza generata dalla vendita del petrolio ha così permesso un netto miglioramento delle condizioni di vita del proletariato ma, nello stesso tempo, ha alimentato un diffuso sistema di corruzione di burocrati e militari.
Finché il prezzo del petrolio si è aggirato attorno ai 100 dollari al barile, essendo il Venezuela il detentore delle più ricche riserve del mondo, il sistema ha in qualche modo funzionato. Quando, per una serie di motivi legati al mercato mondiale ed anche alla politica internazionale, quel prezzo è cominciato a scendere inesorabilmente fino ad arrivare al di sotto dei 20 dollari al barile, non è stato più possibile garantire gli standard di assistenzialismo al netto della corruzione che erano prima sostenibili.
Immancabilmente contro il proletariato venezuelano indebolito e parzialmente disgregato si sono subito scatenate le forze della reazione interna e internazionale, creando un fantoccio rivestito dell'abito di scena del democraticismo borghese.
Che tutti i governi occidentali si siano precipitati ad esaltare un tale squallido figuro dimostra quali siano i veri interessi della cosiddetta democrazia, che, da anni riesce solo a produrre una propaganda sempre più stucchevole e inconsistente, costretta com’è a seguire con affanno le turbolenze del ciclo economico.
A fronte di questa situazione si ripropone l'intervento delle avanguardie rivoluzionarie che esistono nel paese e che hanno alle spalle una storia di lotta concreta e di elaborazione teorica di tutto rispetto. Siamo convinti che la loro azione debba muoversi (e lo sta senz'altro facendo) nel solco della difesa senza deroghe e senza compromessi del livello di vita raggiunto nel recente passato, sia pur frutto di assistenza pagata dal surplus petrolifero. Una politica autonoma che rivendichi con forza il mantenimento dei miglioramenti nei settori della sanità, della maternità, della scuola, della nutrizione, della vecchiaia, della cultura.
Nessun ammalato deve restare senza cure o senza medicine.
A nessun bambino deve mancare il nutrimento.
A nessuna donna deve mancare il sostegno alla maternità.
Nessun anziano deve rimanere nell'indigenza e nell'abbandono.
Tutti i proletari devono avere diritto al riposo ed allo svago.
Il proletariato venezuelano assuma su di sé il compito dell'emancipazione popolare creando o rafforzando, là dove già dovessero esistere, gli organismi consiliari del proprio intervento politico.
Non esistono scorciatoie nazionali attuate da consorterie illuminate.
Il socialismo può essere opera soltanto del proletariato internazionale.
Bollettino operaio
Torino 21 marzo 2019
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