VIOLENZA, MISTIFICAZIONE DELLA REALTA', ARROGANZA
- Ivan Dal Bò
- 16 mag 2018
- Tempo di lettura: 2 min

E 52 civili morti, tra cui, come sempre, dei bambini.
In Palestina stiamo assistendo alla massima espressione della implacabile volontà imperialista e assassina delle elite israeliane e americane.
Il giorno in cui lo Stato di Israele festeggia i 70 anni dalla sua nascita è il giorno scelto dagli Usa per aprire l’ambasciata Usa a Gerusalemme su decisione di Donald Trump. Un evento che ha ulteriormente innalzato la tensione nell’area, poi esplosa con gli scontri di queste ore. Sono cinquantadue i palestinesi uccisi – tra cui almeno sei minori, come riferisce Amnesty International – e oltrecirca 2400 i feriti nella guerriglia al confine tra Israele e Palestina. “Chiunque si avvicini alla barriera tra Gaza ed Israele viene considerato un terrorista” ha detto Naftali Bennett, il ministro dell’Istruzione israeliana, in un’intervista radiofonica, commentando l’operato dell’esercito israeliano che sta aprendo il fuoco contro le decine di migliaia di palestinesi che stanno protestando contro l’apertura dell’ambasciata Usa. In una dichiarazione l’esercito israeliano ha affermato che “sta rispondendo con mezzi ed uso di armi da fuoco per disperdere rivolte e che sta operando secondo le procedure standard” nel rispondere ai “rivoltosi”. Inaugurazione con Ivanka Trump e Jared Kushner All’inaugurazione della nuova ambasciata – la cui apertura è stata condannata dall’Onu – non è presente Trump in persona. Washington ha mandato una delegazione presidenziale, della quale fanno parte tra gli altri Ivanka Trump e Jared Kushner, figlia e genero del presidente americano. Con loro il vice-segretario di Stato Usa John Sullivan e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Alla cerimonia, cominciata alle 16 ora locale (le 15 in Italia), hanno preso parte centinaia di dignitari di Usa e Israele; 800 gli ospiti in totale. La scorsa settimana Trump ha annunciato il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano; e due giorni dopo Israele ha colpito decine di obiettivi iraniani in Siria, in risposta ai presunti razzi lanciati dall’Iran nelle Alture del Golan. Netanyahu a Trump: “Grazie per aver mantenuto la promessa” “Non abbiamo migliori amici al mondo che gli Usa”, ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la cerimonia. “Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa”, ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione Usa e al presidente Trump. “Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata. Eravamo a Gerusalemme e – ha proseguito tra gli applausi – siamo qui per restarci”. Netanyahu ha poi concluso così il suo discorso: “Questo è un gran giorno per la pace. La pace e la verità sono connesse. Non si può edificare la pace se non sulla base della verità. E la verità è che Gerusalemme è la capitale di Israele”.
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