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James Gralton - I comunisti questi sconosciuti

  • Edi Bruna
  • 12 feb 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

James Gralton è stato l'unico cittadino irlandese ad essere espulso senza processo dal proprio paese, con la motivazione che era un pericoloso sovversivo e un comunista. Accadde nell'agosto del 1933.

Gralton era nato povero nel 1886 e fu costretto a lasciare la scuola a 14 anni. Come tanti irlandesi fu costretto a emigrare, prima in Gran Bretagna e poi nel 1909 negli Stati Uniti. Fu negli Stati Uniti che Gralton fu coinvolto per la prima volta nelle lotte sindacali dell'epoca. Tornato in Irlanda nel 1921 per combattere nella guerra d'indipendenza irlandese guidò il gruppo rivoluzionario dei lavoratori a Leitrim.

I Black and Tans (truppe paramilitari britanniche famose per le azioni particolarmenti violente) avevano bruciato la sala sociale a Gowel, così in quel momento Gralton si attivò, erigendo una grande sala che chiamò "Pearse-Connolly Hall" in onore dei leader socialisti e repubblicani del 1916.

La sala fu utilizzata usata per balli ma anche per la propaganda comunista e per lo studio politico. Diventò anche la base per il comitato di azione diretta che Gralton aveva istituito per aiutare gli inquilini a riconquistare le terre dalle quali erano stati sfrattati, scatenando da parte dei preti cattolici violente proteste. Gralton divenne l'obiettivo dell'ira del clero locale. Più popolari erano le attività nella sala, maggiore diventava l'attacco al suo fondatore.

Il clero e i politici osservanti cattolici sobillarono la polizia locale finchè la convinsero a spiccare un mandato di arresto. Dopo sei mesi di fuga nel giugno 1922 fu catturato, messo su un battello a vapore verso gli Stati Uniti senza la possibilità di salutare neppure sua madre. Negli Stati Uniti, Jimmy Gralton divenne attivo nel Partito Comunista e si immerse nel lavoro del movimento operaio americano, e con un certo numero di altri irlandesi svolse un ruolo di primo piano nella formazione della potente Unione dei lavoratori dei trasporti.

Intanto in Irlanda il fervore religioso si accompagnava ad un forte anticomunismo. Nel 1931 una pastorale quaresimale esortò la violenza contro chiunque predicasse il comunismo. Gralton tornò in Irlanda nel 1932 quando Éamon de Valera (figura di spicco della lotta per l'indipendenza dal Regno Unito, uno dei capi dell'insurrezione di Pasqua del 1916 per l'indipendenza dalla Gran Bretagna) fu eletto. Si unì a Fianna Fáil, il principale partito repubblicano irlandese. ritenendo che sarebbe stata un'alternativa radicale, ma ben presto ne fu deluso e si dimise. Il suo radicalismo era troppo spinto per l'IRA locale.

Si lasciò convincere dall’insistenza dei ragazzi della contea, per cui la sala rappresenta l’unico svago e l’unico ambiente di arricchimento culturale e politico e riprese l’attività politica. Riaprì la Sala e tornò a lottare, propagandando le idee rivoluzionarie, mettendosi in gioco nel totale disprezzo della propria vita e della propria serenità. Riprese l'agitazione a favore dei disoccupati e per reinsediare con la forza i contadini sfrattati dai latifondisti e combattere clero e squadracce.

Ma la lotta era impari, e gli avversari erano disposti a tutto pur di impedire che i contadini prendessero finalmente coscienza dei propri diritti e trasformassero la loro rabbia in azione organizzata contro preti e padroni. Uno dei suoi critici Andrew Mooney, allora membro indipendente del Consiglio della Contea di Leitrim, durante un dibattito su Gralton avrebbe detto: "Suggerisco di portare Hitler qui per qualche giorno".

Una notte di novembre 1932 una dozzina di colpi furono sparati nella sala e alla vigilia di Natale del 1932 la Sala fu bruciata in un incendio doloso. I sospetti caddero sull'IRA locale, sobillata dal clero.

È così che, con la sala da ballo, incendiata vigliaccamente nella notte, andarono in fumo le aspirazioni di Jimmy, che finì ancora una volta espulso dall’Irlanda e morì anni dopo a Manhattan, senza mai più rivedere la sua terra.

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